La prima grande trasformazione nel tessuto urbano della città avviene fra gli anni ‘60 e ‘70 del Novecento, gli anni del grande sviluppo industriale di Bologna che coincise con la decisione di destinare a insediamenti industriali aree prima a vocazione agricola.
Nel contesto industriale di Bologna si inserisce senza dubbio la Manifattura Tabacchi, con gli stabilimenti di Via Stalingrado, che rappresentano anche un aspetto rilevante nel panorama architettonico della città. La sua progettazione e costruzione, nel 1949 infatti, si deve a uno degli architetti italiani maggior-mente rappresentativi degli anni del secondo dopoguerra, Pier Luigi Nervi.
Ciò rende la struttura della manifattura un esempio importante di architettura industriale, ancora del tutto lontana dall’essere definita archeologia industriale. L’importanza che ora ha questo sito per la città di Bologna, con l’insediamento di un Tecnopolo in collaborazione con l’Università, della sede del prestigioso data center dell'Ecmwf, il Centro Europeo per le previsioni meteo a medio termine e il conseguente recupero architettonico previsto valorizzeranno ulteriormente i grandi spazi dell’ex Manifattura Tabacchi, dopo l’abbandono dell’attività produttiva.
Ex Manifattura Tabacchi - Il processo di trasformazione
Obiettivi
L’idea ha preso le mosse da un precedente lavoro, realizzato in collaborazione con l’Archivio Storico della Camera del Lavoro di Bologna, chiamato I luoghi dell’industria, che ha proposto un panorama attuale di Bologna nei luoghi che furono teatro dell’industrializzazione della città. Uno dei punti fondamentali della mostra e del volume relativo è stata sicuramente l’ex Manifattura Tabacchi.
Il progetto, tramite l’uso della fotografia e di altri strumenti multimediali, mostra questo cambiamento e porta all’attenzione della città non tanto quello che la fabbrica rappresentava nel tessuto industriale di Bologna, ma il grande rinnovamento che l’interesserà nel corso della futura trasformazione, senza tralasciare il passato, rappresentato anche nella mostra esposta presso la sede dell’Assemblea Regionale. Si tratta quindi della documentazione del corso dei lavori con immagini che uniscono la parte più descrittiva a una valorizzazione fotografica, non solo evidenziando la forma architettonica delle strutture, pur importante, ma cercando al contempo la rilevanza e l’armonia delle curve, dei particolari costruttivi che ne fanno un edificio tutelato, sfruttando le luci che filtrano dagli ampi finestroni o dalle aperture derivate dall’incuria e dal trascorrere del tempo.