CLOSER 2021 - Comunicazione Vincitori

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Gennaio 22, 2021 Scritto da
CLOSER 2021 - Comunicazione Vincitori

Anche il quinto concorso di Closer si è concluso e la giuria composta dalla redazione di Witness Journal, Arci Bologna, Terzo Tropico e Qr ha designato i cinque vincitori. In ordine alfabetico essi sono:

  • Carlo Bevilacqua (Queer Divine),
  • Adele Della Pozza (My selves),
  • Antonio Presta (In fondo ai colori),
  • Antonio Tartaglia (Fishing for plastic);
  • Marylise Vigneau (Innocent prowls through Pakistan).

Come ogni anno la qualità degli scatti è stata molto alta, quindi le aspettative sono state rispettate. Quanto mostrato nelle fotografie ricopre vari ambiti della società in cui viviamo oggi e spaziano tra temi di tipo ambientale e di genere, passando per la situazione dei più bisognosi nel lontano Pakistan. 

CARLO BEVILACQUA

Queer Divine è un progetto fotografico su scala internazionale che esplora la presenza della fluidità di genere (Lgbtiq) in varie culture e tradizioni e, nel caso, il loro rapporto con il divino. Il concetto binario di genere delle società occidentale è relativamente recente nella storia umana e si è diffuso con la colonizzazione europea anche se già presente con le religioni abramitiche. Diverse culture in tutto il mondo riconoscono diversi generi sessuali e la presenza di società poligender possono essere ricondotte all'antichità in quasi tutti i continenti. Ci sono molte culture che concepiscono la propria organizzazione sociale con una diversità di genere molto più ampia e non includono parole come "gay" o "transgender", che sono neologismi occidentali. Per fare solo un esempio l'esistenza di un "terzo genere" è riconosciuta dall'Induismo fin dai tempi vedici. Diversi testi indù affermano che alcune persone possono nascere con una natura mista di maschile e femminile. Questo popolo è considerato dagli ortodossi dell'induismo come "benedetto dagli dei" e, fino all'arrivo dell'islam, non ha mai subito discriminazioni o ostracismo. Dalle Muxes messicane alle Hijras indiane , dagli Omeggids ai Femminielli Napoletani, e ancora dai Sekrata Malgasci alle Fa'afafine di Samoa insieme a tutte le altre presenze Lgbtq nelle culture tradizionali di tutto il mondo, con il proprio modo diverso di chiamare lo stesso fenomeno, storicamente e culturalmente riconosciuto, sono la testimonianza e la prova che tutte le società umane non sempre hanno avuto un'organizzazione esclusivamente binaria a dimostrazioni dell'esistenza e della presenza della fluidità di genere sin dalla nascita dell'umanità.

ADELE DELLA POZZA

"My selves" è un progetto fotografico sulla percezione, esplorazione e rappresentazione del sé, "dei" sé, da parte di ragazze e donne in diversi paesi (Giordania e India fino ad ora), dove norme socio-culturali storicamente radicate impongono loro specifici comportamenti come diretta conseguenza del loro genere. Si ritrovano così a dover incorporare diversi sé, spesso contrastanti tra di loro, ossia quello che vogliono essere e quello che devono essere. Attraverso un percorso di esplorazione personale, le donne ritratte trovano lo spazio per indagare dentro di sé, per porsi domande scomode e talvolta dolorose sulle persone che sono e che vogliono essere, per trovare nuove risposte. Infine, l'autrice ha scelto soggetti principalmente appartenenti a classi sociali privilegiate, sia in Giordania che India, per mostrare come le difficoltà con cui si trovano a fare i conti ordinariamente non sono esclusive alla parte della popolazione considerata più "svantaggiata".

ANTONIO PRESTA

Antonio Presta si concentra sulla storia di un singolo individuo nominato M.M. Il soggetto ritratto è un uomo di 50 anni che vive  in un appartamento all'ottavo piano di un palazzo di fronte al mare. Una casa che lui ha trasformato, togliendo la maggior parte dei mobili e dipingendo sulle pareti i fantasmi che vivono dentro di lui. La sua espressione principale è la pittura. M.M. fa uso di droghe dall'età di 16 anni da anni, dipendente dalla cocaina, ha un bisogno giornaliero costante che lo spinge appena sveglio a cercarla. Vendendo le tele si procura il denaro. Vive solo, in compagnia delle figure dipinte sulle pareti di casa. Come spiega l'autore, M.M. non ha più riguardo per se stesso, consumato dal desiderio esclusivo della droga e della pittura. "In fondo al colore" è un lavoro fotografico che racconta la vita di M.M. in continuo bilico tra follia, pittura e dipendenza, in uno spazio senza tempo dove non esistono più confini.

ANTONIO TARTAGLIA

Il tema principalmente è di carattere ambientale. Tartaglia nel suo lavoro affronta il tema sempre attuale della salute dei mari e, nello specifico, del mare Adriatico attraverso il progetto "Salvamare" ancora al palo in Parlamento. Tartaglia, alternando immagini di still life con altre più dinamiche, mette insieme dati di cronaca sulla salute dei nostri mari e gli scatti a bordo delle barche utilizzate per la raccolta. La maggior parte dei rifiuti è di provenienza terrestre, prima ancora che marina.

MARYLISE VIGNEAU

Questa serie (con scatti prodotti tra gennaio 2010 e gennaio 2019) è un viaggio prevalentemente soggettivo attraverso il Pakistan. La costruzione in dittici proposta dall'autrice è avvenuta lentamente e nel corso degli anni. Vigneau ha cominciato a comprendere gli strati differenti di realtà, ad attraversare la patina degli oggetti, a identificare le trame, i personaggi e le sfumature, e a mescolare il tutto con le ombre del mio teatro interiore. Le immagini si sono fusi ed hanno assunto un senso nuovo nato da scontri apparenti o da sembianze inaspettate. Il percorso è diventato un gioco con la realtà, una sorta di collage, una conversazione immaginaria.

Letto 684 volte Ultima modifica il Venerdì, 22 Gennaio 2021 14:08