Super User
CLOSER – Dentro il reportage 2024
Festival di Fotografia sociale e documentaria
A Bologna e Budrio dal 11 ottobre al 3 novembre 2024
Inaugurazioni
Venerdì 11 ottobre ore 18 - QR Photogallery - Via Sant’Isaia, 90 Bologna
Domenica 13 ottobre ore 11,15 - Sala Ottagonale Torri dell’Acqua - Via Benni, 1 Budrio
Orari
Qr Photogallery dal lunedì al venerdì 9-19 / sabato 9-14
Budrio: giovedì e venerdì ore 15-19 / sabato e domenica 10 - 13 e 14,30 – 19
Sale espositive
Bologna
Qr Photogallery - via Sant’Isaia 90 - Mostra selezionati nella call internazionale
Budrio
Sala Rosa - via Marconi 3B - Mostra di Fulvio Bugani
Chiesa Sant’Agata - via Marconi 35 - Mostre di Ellisif Wessel e Stefano Stranges
Torri dell’Acqua - via Benni 1 - Mostre di Federico Borella e Fatoumata Diabatè
Palazzo Gandolfi Chiusoli - via Bissolati 108 - Mostra di Paolo Patruno
È con grande entusiasmo che annunciamo, nella sua nuova veste rinnovata e ampliata, la settima edizione di CLOSER – Dentro il reportage il Festival di Fotografia di Fotogiornalismo, un evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria, da quest’anno con cadenza biennale. Una manifestazione dedicata all'arte della narrazione visiva attraverso l'obiettivo. Il festival avrà luogo dal 12 ottobre 2024 al 3 novembre 2024. Promosso dalle associazioni TerzoTropico-APS e Tempo e Diaframma APS e dalla Pro Loco di Budrio, in collaborazione con il Comune di Budrio e con il sostegno del Comune di Bologna, CLOSER Dentro il reportage è un progetto che ha già raggiunto la settima edizione del proprio festival dedicato alla fotografia sociale, documentaria e al fotogiornalismo.
Programma del Festival:
Esposizioni: In mostra 6 fotografi, con lavori che spaziano dai conflitti globali alle storie di vita quotidiana allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nel mondo (AI)
Federico Borella: RelationChip
Fulvio Bugani: Guaijro
Fatoumata Diabaté: Le Studio Photo de la rue
Ellisif Rannveig Wessel: Vita e lavoro nei paesi di confine
Stefano Stranges: Ben non va alla guerra
Paolo Patruno: Birth is a Dream (Selezione Giuria Call CLOSER 2024)
2 Workshop: Sessioni pratiche tenute da esperti del settore, che offriranno l'opportunità di apprendere tecniche fotografiche e validi approcci narrativi.
• 20 ottobre Documentary Street Photography: spazi, luci, colori e persone: fotografare con Fulvio Bugani
• 27 ottobre Il Reportage in Bianco e Nero - lezioni su un linguaggio che racconta la realtà da una prospettiva differente. Federico Borella
Presso la Qr Photogallery, in via Sant’Isaia 90 a Bologna, saranno esposti i lavori degli artisti selezionati nella call internazionale che porta lo stesso nome del festival.
I nomi dei fotografi selezionati sono:
Franco Buoncristiani: Grand Hotel Metropoliz
Luca Catalano Gonzaga: Child survival in a climate change
Cristina Garzone: Misticismo Copto
Lara Lasala: Titresimler – Vibrazioni
Claudio Rizzini: Balkan Trieste – I dannati del Silos
A Budrio, il 27 ottobre, sarà anche allestito una mostra mercato del materiale fotografico usato e da collezione, al quale si uniranno spazi per esposizione e mercato di volumi di fotografia. Nel mercato di materiale usato, appassionati e professionisti si ritroveranno per scambiare attrezzature e condividere oggetti che raccontano storie e raccontano la passione per la fotografia.
"Siamo entusiasti di accogliere artisti e appassionati di fotografia da tutto il mondo," afferma Cristina Berselli, presidente dell’associazione Terzotropico-APS "Il nostro obiettivo è quello di offrire una piattaforma per storie che meritano di essere raccontate e ascoltate."
"In un'epoca in cui le immagini sono onnipresenti e facilmente manipolabili, il fotogiornalismo autentico e impegnato rimane una pietra miliare del giornalismo, essenziale per una società informata e consapevole. La sua funzione non è solo quella di documentare il presente, ma di preservare la memoria collettiva e di stimolare riflessioni profonde sul mondo in cui viviamo." aggiunge Gabriele Fiolo, Art Director dell’associazione Tempo e Diaframma APS.
Unisciti a noi in questo entusiasmante viaggio visivo e scopri come la fotografia di reportage possa ispirare, educare e cambiare il mondo.
Il Festival ha avuto il patrocinio della Città Metropolitana di Bologna, del Comune di Budrio e di AIRF (Associazione Italiana Reporter Fotografi).
Collaborazione
WE TRUST Communication, Varanger Museum-Norvegia
Hanno contribuito alla riuscita della manifestazione
Comune di Bologna, Fondazione Carisbo di Bologna, EmilBanca, Gruppo HERA e Comet
Media partner
Radio Città Fujiko
Witness Journal
Ingresso e Informazioni:
L’ingresso al festival nelle sale di Budrio e alla QR Photogallery a Bologna è gratuito.
Tutte le sale sono con accessi senza barriere architettoniche.
Per ulteriori informazioni, visita i nostri siti ufficiali:
https://bit.ly/closer-web
www.tempoediaframma.it
www.terzotropico.it
Segui il nostro evento anche sui social media: Instagram - Facebook
VERSO IL FUTURO
VERSO IL FUTURO
La ristrutturazione del Teatro Comunale di Bologna - 1a parte
Nell’ambito del progetto di RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA, si è proceduto alla preventiva demolizione controllata del serbatoio pensile, costruito nel 1935 come risorsa idrica in caso di emergenza incendio dall’ Ing. Armando Villa che installò tale elemento durante i lavori di restauro, realizzati in seguito all’incendio del 1931 che distrusse il palcoscenico, il sipario e altre parti del teatro.La demolizione si è resa necessaria sia perché la torre non aveva più alcuna funzione da alcuni decenni, essendo stato modificato ed aggiornato il sistema antincendio del teatro, sia perché le caratteristiche strutturali non erano più adeguate per garantire il rispetto delle normative antisismiche attualmente vigenti. La demolizione è stata eseguita mediante taglio delle strutture portanti con utensili diamantati e calo a terra con autogrù delle singole parti.Il progetto fotografico, sviluppato dall'Associazione TerzoTropico-APS e dall'Associazione Tempo e Diaframma APS per documentare la ristrutturazione del Teatro Comunale di Bologna, rappresenta un'importante iniziativa volta a preservare la memoria storica e artistica della città, mentre si guarda al futuro con una struttura più moderna. Questa documentazione non solo catturerà l'evoluzione fisica del teatro, ma anche l'arte del processo di trasformazione, mettendo in evidenza sia l'architettura che il lavoro umano dietro questa impresa. Il progetto non si limita a una semplice registrazione visuale dei lavori in corso, ma si propone di trasformare l'osservazione del cantiere in un'opportunità artistica. La volontà di evidenziare l'armonia dei dettagli costruttivi e di valorizzare il lavoro degli operai e dei tecnici riflette un profondo rispetto per l'artigianato e la maestria che vanno di pari passo con la ristrutturazione di un edificio storico. La collaborazione tra fotografi e lavoratori del cantiere potrebbe anche portare a una narrazione visiva che va oltre la mera documentazione, trasmettendo storie ed emozioni attraverso le immagini catturate. In questo modo, il progetto documenterà in modo completo e artistico la trasformazione del Teatro Comunale di Bologna, conservando la sua storia e preparandolo per un futuro in cui continuerà a essere un importante luogo di espressione culturale.
Inaugurazione venerdì 14 ore 11
Dal 15 giugno al 30 giugno 2024 - da lunedì a domenica dalle ore 9 alle ore 18,30
Riqualificazione del Teatro comunale di Bologna
Nell’ambito del progetto di RIQUALIFICAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA,che l'amministrazione Comunale ha aggiudicato a MODENA INGEGNERIA SRL, si è proceduto alla preventiva demolizione controllata del serbatoio pensile costruito nel 1935 come risorsa idrica in caso di emergenza incendio dall’Ing. Armando Villa che installò tale elemento durante i lavori di restauro realizzati in seguito all’incendio del 1931 che distrusse il palcoscenico, il sipario e alte parti del teatro.
CLOSER - Dentro il reportage 2024
CLOSER - Dentro il reportage 2024
QR Photogallery/Terzo Tropico aps e Tempo e Diaframma aps presentano l’edizione 2024 di “CLOSER - Dentro il reportage” un evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria, da quest’anno con cadenza biennale, che ha l’obiettivo di promuovere nuovi e promettenti autori italiani e stranieri. Anche in questa edizione saranno selezionati cinque lavori che verranno esposti nella mostra collettiva prevista a Bologna nell’autunno 2024.
CLOSER 2024
PARTICIPATE IN THE INTERNATIONAL CALL! DEADLINE JUNE 15, 2024
QR Photogallery, Terzo Tropico-APS and Tempo e Diaframma APS, present the 2024 edition of “CLOSER – Dentro il reportage”, the event dedicated to social and documentary photography, starting this year every two years, which has the objective to promote new and promising Italian and foreign authors.
As in past editions, this year too five works will be selected and exhibited in the collective exhibition scheduled for autumn 2024 in Bologna.
The international call expires on June 15, 2024.
The seventh edition of the Social Photography Festival returns to Bologna from Saturday 12 October to Sunday 3 November 2024 with exhibitions, meetings and workshops.
The CLOSER Festival has scheduled: the exhibition featuring 5 photographers identified through the international call, training events with workshops conducted by prominent professionals and meetings with established photographers who offer original growth opportunities. The program will be released as soon as it is available.
With CLOSER the photographic medium becomes the spokesperson for relevant and current social issues, which come from different corners of the world to the city of Bologna to spark reflections on contemporary reality.
The promoters confirm their commitment to strengthening the project by giving CLOSER a new perspective, to characterize the Festival as an event of national importance, focused on social, documentary and photojournalism photography, as well as its vocation to the promotion of emerging photographers.
The editorial team of Witness Journal, media partner of the Festival, will choose and publish part of the works in the magazine.
Scopri come partecipare al BANDO CLOSER che scade il 15 Giugno 2024.
Find out all the information on the call and regulations here.
Glück Auf!-Histoire minière
Reportage fotografico nelle zone minerarie della Ruhr in Germania
e della regione Hauts-de-France in Francia
Fotografie di Ivano Adversi
Dal 15 novembre al 22 dicembre 2023,
ALLIANCE FRANÇAISE BOLOGNA - GOETHE ZENTRUM BOLOGNA,
VIA DE’ MARCHI, 4
INAUGURAZIONE: MERCOLEDÌ 15 NOVEMBRE, ORE 19:00
Dal 15 novembre al 22 dicembre 2023, l’Alliance Française Bologna e l’Istituto di Cultura Germanica Goethe Zentrum Bologna ospitano la mostra Glück Auf! Histoire Minière, un reportage fotografico realizzato da Ivano Adversi nelle zone minerarie della Ruhr in Germania e nella regione Hauts-de-France in Francia.
Il titolo della mostra - Glück Auf! – vuole essere un omaggio al tradizionale saluto dei minatori tedeschi che esprimeva la speranza che i compagni tornassero sani e salvi dalla miniera dopo il turno.
Tra gli obiettivi di questa mostra, curata da Cristina Berselli dell’Associazione Terzo Tropico, quello di raccontare l’attuale situazione di queste regioni minerarie, oggi in gran parte dichiarate patrimonio culturale dell’Umanità dall'UNESCO, e il loro importante passato per lo sviluppo industriale dell'Europa.
La mostra si compone di 40 fotografie in bianco e nero che Ivano Adversi ha scattato, a più riprese, viaggiando tra Francia e Germania dal 2018 al 2022.
La mostra Glük Auf! ci invita ad approfondire gli aspetti sociali, economici, ambientali che hanno contraddistinto lo sviluppo industriale europeo e ad analizzarne il contesto e le conseguenze.
Per l’Alliance Française e l’Istituto di Cultura Germanica è una nuova iniziativa che conferma gli ottimi rapporti tra i due Istituti, da anni impegnati nella promozione linguistica e culturale a Bologna in un’ottica Europea, plurilinguistica e multiculturale.
IL CONTESTO STORICO DELLA MOSTRA
Con l'avvento della macchina a vapore, il carbone fu al centro della rivoluzione industriale che si diffuse in tutta Europa a partire dalla fine del XVIII secolo, consentendo in particolare lo sviluppo della produzione di massa, dell'industria tessile e dei trasporti.
Lo sfruttamento dei territori, soprattutto nel nord Europa, segnò in modo decisivo la struttura della società, dell’economia, del paesaggio e complessivamente, possiamo dire oggi, dell’ecologia.
Fin dagli inizi dell’800, gli importanti investimenti e i conseguenti imponenti flussi migratori trasformarono i paesaggi rurali, che divennero pian piano paesaggi industriali, che crebbero in maniera ininterrotta fino all’inizio del XX secolo. I centri urbani si svilupparono velocemente per dare alloggio ai minatori e alle maestranze con la realizzazione, dapprima di edifici popolari, poi di vere e proprie città con diversi livelli di qualità abitativa.
La rapida sostituzione delle fonti di energia (petrolio, nucleare) negli anni ’70 e ’80, i grandi disastri con numeri impressionanti di vittime, una diversa attenzione all’ambiente e alla salute portò alla progressiva chiusura delle attività minerarie e alla loro graduale e definitiva cessazione, a partire dagli anni 90.
L’intento di non distruggere un patrimonio industriale che può raccontare due secoli di lavoro in queste regioni e la illuminata volontà di riqualificare le aree dei bacini minerari, non destinandole all’abbandono e all’oblio, hanno dato il via a vasti e impegnativi processi di riconversione ambientale e culturale che sono sfociati nella nascita di importanti musei, aree ricreative, residenze artistiche, spazi espositivi e percorsi naturalistici che rappresentano oggi attraenti metropoli di cultura del terzo millennio.
Molti siti minerari in Germania e in Francia e i “terril” (depositi piramidali dei materiali di scarto minerari), sono oggi riconosciuti Patrimonio Mondiale Unesco.
Jazz in Bo 2023
Bologna può fregiarsi di un passato e di una tradizione musicale, ancora vivi e presenti tutt'oggi, equiparabili solo a quelle di poche altre città in Europa. Per questa ragione la nostra città è stata dichiarata dall'Unesco Città creativa della musica. Un ruolo particolare in questo panorama spetta al jazz. Fin dagli anni ’60 Bologna era una delle mete preferite da grandi artisti come Miles Davis, Gerry Mulligan, e tanti altri che si sono succeduti nella grande arena dell’allora Palasport, oggi PalaDozza, grazie all’intuizione di Alberto Alberti che con il Festival del Jazz di Bologna fece della nostra città un punto di riferimento a livello internazionale. Il jazz è sempre stato nel cuore dei bolognesi, con la band di Nando Giardina che ha fatto conoscere il Lucio Dalla clarinettista, con le incursioni di Renzo Arbore e di tanti pionieri di una musica a quei tempi considerata per pochi appassionati. La tradizione jazzistica ha poi avuto una grande ripresa agli inizi del 2000, grazie ai numerosi locali che hanno fatto di Bologna una piccola New York nel cuore dell’Emilia Romagna. La rinascita del Bologna Jazz Festival ha poi definitivamente riportato Bologna nell’olimpo del jazz in Italia.Tutto ciò ha fatto sì che oggi siano numerosi i musicisti che vivono il jazz come la loro musica di elezione, permettendo anche a moltissimi giovani di avvicinarsi a questo genere musicale particolare che consente una grande possibilità di improvvisazione e di espressione artistica per i singoli, all’interno di un ensemble univoco e perfettamente amalgamato.I fotografi Ivano Adversi e Guido Samuel Frieri intendono con il loro lavoro evidenziare questo stretto connubio, riprendendo i musicisti bolognesi in luoghi iconici e suggestivi della città. Luoghi che rappresentano il cuore pulsante di Bologna, come lo è il ritmo della musica jazz.Il risultato non è una semplice serie di ritratti in diversi spazi cittadini ma, tramite immagini di impatto emotivo, costituisce una sorta di colonna sonora visiva per Bologna, che mette in luce la presenza degli artisti all’interno del capoluogo emiliano e la loro creatività, mostrando al contempo la vita e l’architettura della città.I luoghi che hanno fatto da sfondo a da quinta ai jazzisti vanno da grandi palazzi storici come Palazzo Davia Bargellini, Palazzo Malvasia Palazzo Isolani ai famosi musei come Il Museo Civico Medievale o il meraviglioso Museo Tagliavini nell’oratorio di San Colombano. Non mancano luoghi iconici di Bologna. Dalla vecchia “gabbia del leone”, oggi restaurata e trasformata ai Giardini Margherita, alla Montagnola, dal mitico PalaDozza, dove il Bologna Jazz Festival ha conosciuto gli anni d’oro dei grandi concerti internazionali, al piccolo ma prezioso Teatro del ‘700 di Villa Mazzacorati. Anche i jazz club bolognesi quali Cantina Bentivoglio e Camera jazz & music Club si sono prestati come set fotografici per gli scatti.
Ivano Adversi attualmente fa parte di un gruppo di fotoreporter e ricercatori principalmente orientati al reportage sociale, antropologico e naturalistico.
Volumi fotografici pubblicati: Destini incerti Animali ed ambienti da salvare per sopravvivere insieme (Edizioni Calderini) Il respiro del fiume (Edizioni Calderini)Reno Memoria di un fiume (Provincia di Bologna) L’Oratorio di Santa Maria della Vita (Costa edizioni) Buonanotte Suonatori, luoghi e protagonisti del jazz a Bologna (Minerva edizioni) Terre di libertà - i volti e i luoghi del riscatto civile dalle mafie (Minerva edizioni) I Luoghi dell’Industria – fra trasformazione urbana e abbandono (Socialmente edizioni)Perfetta solitudine. In morte di Pier Paolo Pasolini (Libro d’autore Ediz Pendragon)Une guitare itinerante Il jazz manouche tra Francia e Italia(Alliance Française)BELLA IMPRESA! Storie di lavoro e ordinario coraggio (Archivio Pedrelli)A misura d’uomo Borghi dell’Appennino tra vita e abbandono (Regione Emilia Romagna)I Portici di Bologna Patrimonio di cultura e identità (Minerva Edizioni)Numerose le mostre, in Italia ed all'estero (Cina, Francia, Spagna, Inghilterra, Russia)Esperto di applicazioni multimediali, nell’ambito di Bologna2000, su progetto di Nino Migliori, ha partecipato all’organizzazione di Bologna s’immagina, per la quale è stato tra gli autori della multivisione presentata nella Chiesa di S.Mattia.È fra gli organizzatori dello spazio espositivo QR Photogallery, a Bologna.Ha collaborato con Pino Ninfa, Claudio Marra, Nino Migliori, Giorgio Celli, Andrea Samaritani, Graziano Campanini e altri.
Guido Samuel Frieri nasce a Urbino nel 1977, sin da giovanissimo inizia il suo percorso creativo frequentando le prestigiose scuole artistiche della sua città natale. Percorso che lo porta a diventare direttore creativo presso diverse agenzie pubblicitarie e autore di spot Tv e campagne ADV per clienti nazionali e internazionali. Contemporaneamente si appassiona alla fotografia e con essa inizia a ritrarre in pellicola la realtà che lo circonda, con uno spiccato senso di umanità e delicatezza. I volti immortalati nelle sue fotografie ritraggono eroi quotidiani che trovano così il modo di esprimere emozioni, paure, desideri. Condividere storie per raccontare il mondo, è questo il compito che Guido Frieri si sente chiamato a svolgere e che porta a compimento attraverso il mezzo fotografico. Sguardi, espressioni e gesti, eternamente fissati nei suoi scatti, svelano persone le cui esistenze sono il riflesso della società moderna. Dopo l’esperienza in Brasile che nel novembre del 2019 lo ha portato a ritrarre i Meninos de Rua, ovvero i bambini di strada, lo scorso aprile si è recato in Ucraina per fornire una testimonianza fotografica del dramma dei profughi in fuga dalla guerra.La macchina fotografica diventa lo strumento con cui rivelare una realtà dove l’essere umano, pur muovendosi in situazioni umanamente insostenibili, non soccombe né perde la sua fierezza.
FESTE! Un Identità in Trasformazione
FESTE!
Un Identità in Trasformazione
Sono Italiano per scelta; dopo il referendum sulla Brexit del 2016 non ho avuto altra alternativa che chiedere la cittadinanza italiana. Sono di origine gallese e vivo vicino a Bologna da tanti anni. Sono un fotografo documentarista e lavoro principalmente su progetti a lungo termine. Da tre anni ho ripreso un progetto fotografico sulle feste popolari (e non solo) in Italia iniziato tre decenni fa e ampliato in modo continuo da allora in tutto il paese. FESTE è semplicemente una raccolta d’immagini di un osservatore, soggettivo ma anche acuto; non pretende d’essere uno studio accademico o un profondo progetto antropologico sulle feste in Italia. FESTE comunque documenta profondamente non solo usi e tradizioni molto legate al territorio ma anche le principali evoluzioni nella società Italiana negli ultimi trent’anni e questo nel modo più divertente possibile. In un periodo socio/economico che sarà particolarmente difficile, credo che i popoli italiani continueranno ad apprezzare i loro valori locali, sia quelli tradizionali sia quelli acquisiti negli ultimi anni. Amo l’Italia anche per la sua diversità locale e regionale; credo che sia questo il fondamento della sua ricchezza culturale. Credo, comunque che l’identità culturale sia in continua trasformazione e mutazione; è in momenti come questi che bisogna riflettere tutti (e bene) sul dove si va. Spero che un occhio esterno ma anche, ormai, interno possa essere utile in queste riflessioni. FESTE è una celebrazione della cultura popolare italiana: Buone Feste!
I am Italian by choice; after the Brexit referendum in 2016, I had no alternative but to ask for Italian citizenship. I am of Welsh origin and have lived near Bologna for many years. I am a documentary photographer and work mainly on long-term projects. Three years ago I decided to complete a photographic project on popular festivals (and other events) in Italy that I had began three decades previously and have continuously expanded throughout the country ever since. FESTE is simply a collection of images by a subjective but also acute observer; it does not aspire to be an academic or a profound anthropological study on the subject. FESTE, however, does not only document the customs and traditions that are important to local identities, it also traces the evolution of Italian society over the last thirty years in both an engaging and fun way. In a social/economic period that will become particularly difficult, I believe that the Italian peoples will continue to appreciate not only their local traditions and values but also those that they have acquired in recent years. I love Italy for its regional and local diversity, which is the foundation of the nation’s cultural wealth. However, I also believe that cultural identity constantly transforms and mutates; and that in moments like these we must all reflect (and constructively) on where we are headed. I can only hope that an ‘external eye’ but also one which has, by now, become ‘internal’ will be of help in these reflections. FESTE is a celebration of Italian popular culture: Buone Feste!
RHODRI JONESRhodri Jones, nato in Galles, vive vicino a Bologna dal 2000 ed è cittadino italiano dal 2022. Fotografo professionista dal 1989, ha lavorato a vari progetti, personali e commissionati, attorno al mondo. Ha pubblicato sei libri fotografici d’autore; Made in China (Logos Art, Italia 2002), Return/Yn Ôl (Seren, UK 2006), Hinterland (L’Artiere, Italia 2010), Scambi Ferroviari (L’Artiere, Italia 2011), Cosi E’ (L’Artiere, Italia 2015) e Marconi Express (Forma, Italia 2019). Ora sta preparando una nuova pubblicazione; COFION. Descritto dal fotografo Magnum Philip Jones Griffiths come “poeta gallese con la macchina fotografica”, Rhodri ha esposto in Cina, Eire, Francia, Grecia, Italia, Olanda, Polonia, UK e USA e ha partecipato in altre mostre in Austria, Canada, Germania, Giappone, Messico e RSA. Distribuito da Panos Pictures dal 1992, le sue fotografie sono state usate da importanti editori, ONG, quotidiani e riviste in tutto il mondo. Il suo lavoro è tenuto in diverse collezioni pubbliche e private. È membro fondatore del collettivo DocCymru.
Closer cambia volto
Closer cambia volto
Dopo sei edizioni di ottimo successo, Closer – Dentro il reportage, l'evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria ha deciso di innovare la settima edizione, inserendola in un grande evento di fotografia che si svolgerà a Bologna e in un paese della cintura bolognese nell’autunno 2024.
Questo evento, che si chiamerà New Closer, in onore della manifestazione originaria, avrà cadenza biennale.
Ciò servirà a dare maggiore importanza al concorso, che ha visto nelle scorse edizioni, fotografi già affermati e altri che poi hanno vinto premi importanti come il World Press Photo.
A breve pubblicheremo tutte le novità e il bando per la partecipazione anche nella nostra pagina Facebook oppure sul sito di QRPhotogallery (www.qrphotogallery.it)
PREGIUDIZIO E INSICUREZZA
Venerdì 5 maggio alle ore 18 , presso la QR Photogallery,
inaugura la mostra:
PREGIUDIZIO E INSICUREZZA
Fotografie di Claudio Rizzini
Nuovo appuntamento alla QR Photogallery, lo spazio espositivo bolognese dedicato alla fotografia d’autore documentaria, sociale e di ricerca sul territorio, ospitata nel Quadriportico del complesso monumentale ex Roncati, via S.Isaia 90 a Bologna, e gestita dall’Associazione TerzoTropico_APS.
Riuniti sotto un denominatore comune, il fotografo Claudio Rizzini, vincitore di numerosi premi nazionali e internazionali, e già ospitato a QR Photogallery in occasione di CLOSER, presenta due differenti aspetti della vita nel nord dell’Italia. Differenti ma riconducibili a una sensazione che pervade molti cittadini italiani.
Nel primo lavoro, Lacio Drom, Claudio ha esplorato il mondo dei rapporti con lo “straniero” inteso non solo come cittadino di un altro paese, ma come entità differente, come cultura differente. Lacio Drom – il Buon Viaggio -, racconta infatti la vita di Rom e Sinti, due etnie originarie del Nord dell’India. I loro componenti vengono chiamati con disprezzo “zingari” e sono da sempre considerati diversi e oggetto di discriminazione. La loro presenza non è tollerata, la loro identità negata ma un nuovo Lacio Drom, un nuovo Buon Viaggio, porterà un giorno alcuni di loro lontano, in un’altra città, in un altro campo, pronti a ricominciare l’eterno andare.
Nella mostra Armati di paura il soggetto invece è l’insicurezza. Gli italiani, cedendo all’illusione della difesa sempre legittima proposta dalla politica vogliono più pistole e fucili. Un italiano su 10 detiene un’arma in casa. Ai protagonisti di questo reportage è stato chiesto di farsi ritrarre con le loro armi, nelle stanze delle loro case, nei luoghi in cui si sentono più vulnerabili. Sono loro quindi gli armàti di paura, delegati all’uso estremo della forza, lasciati soli con i propri fantasmi e le proprie debolezze sulla strada di una americanizzazione che non lascia presagire niente di buono.
Inaugurazione, alla presenza dell’autore, venerdì 5 maggio 2023 alle ore 18.
La mostra resterà allestita fino al 20 maggio e sarà visitabile gratuitamente.
In collaborazione con Azienda USL di Bologna e con il patrocinio del Comune di Bologna.
Closer 2022
Venerdì 23 settembre “Closer, dentro il reportage” ritorna con la sesta edizione
TerzoTropico-APS, Witness Journal, Tempo e Diaframma APS e QR Photogallery, in collaborazione con Arci Bologna con Azienda AUSL di Bologna, con il patrocinio del Comune di Bologna, presentano la sesta edizione di “CLOSER - Dentro il reportage”.
La mostra inaugura il 23 settembre alle 18:30 e come sempre sarà un evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria, per promuovere nuovi e promettenti autori italiani e stranieri.
I lavori dei vincitori posano lo sguardo su temi sensibili, attuali e a volte duri, in Italia e all’estero. Si esplorano le difficoltà sociali e abitative di un quartiere degradato di Roma e la vita di una mamma ebrea sefardita progressista che vuole per i suoi figli l’uguaglianza di fronte a Dio e agli uomini. Poi ci sono persone che lottano dentro e fuori dal ring come Pamela, un pugile che non può combattere in Nazionale perché non ha ancora la cittadinanza italiana. E poi gli sguardi dei fotografi si spostano sul carcere di Merida, ad oggi uno degli esempi più emblematici di reinserimento sociale, oltre ad essere il carcere meno violento di tutto il Messico e nel deserto di Putin, l'angolo più arido della Russia e del continente europeo che si trova a mille chilometri da Mosca la cui desertificazione, è stata causata dall'allevamento intensivo imposto dal governo.
L’appuntamento è sempre presso QR Photogallery in via Sant’Isaia 90 a Bologna.
I LAVORI VINCITORI
PIETRO ROMEO
IL DESERTO DI PUTIN, SABBIA E AUTOCRAZIA IN RUSSIA
Un paesaggio lunare battuto dai venti, chilometri di steppa e sabbia a perdita d'occhio, villaggi isolati e stazioni di servizio abbandonate. L'angolo più arido della Russia e del continente europeo si trova a mille chilometri da Mosca. La Repubblica Autonoma di Calmucchia è una terra affacciata sul Mar Caspio che mostra ancora le tracce della storia sovietica. La principale è la desertificazione, causata dall'allevamento intensivo imposto dal governo dopo la morte di Stalin. Già alla fine degli anni Novanta, 770.000 ettari del territorio erano costituiti da sabbie sterili, mentre l'80% del suolo mostrava evidenti segni di desertificazione. Oggi il global warming ha messo il popolo calmucco definitivamente in ginocchio. La situazione sembra irreversibile e la politica interna del Cremlino sulla regione non lascia intravedere alcun futuro migliore. L'entourage di Putin ha infatti recentemente introdotto nel governo locale due figure istituzionali quantomeno bizzarre: Batu Khasikov e Dmitrij Trapeznikov. Il primo, un ex kickboxer senza alcuna esperienza politica ma filo-putiniano di ferro, viene eletto Presidente nel 2019. Il secondo, un separatista ucraino molto attivo nella regione del Donbass, diventa sindaco della capitale Ėlista nel 2019 e successivamente Vicepremier, nel 2022. A seguito di quest'ultima nomina, il Presidente Khasikov ha speso l'ennesimo endorsment verso la nuova spalla, affermando che il suo vice prenderà in carico proprio la questione ambientale, supervisionando l'implementazione di risorse per attuare piani di sviluppo agricolo e di contrasto al degrado geologico. Lungi dal risolvere seriamente i problemi della Repubblica Autonoma, i due luogotenenti di Putin vengono timidamente additati dalle opposizioni come semplici pedine sulla sua scacchiera di potere. Tutto ciò esemplificherebbe gli sforzi del Cremlino per aumentare il controllo delle autorità statali sulle singole regioni della federazione e metterebbe a nudo il protocollo autocratico applicato alle periferie d'Impero.
DANIELE STEFANIZZI
CERESO CENTRO DE READAPTACION SOCIAL
Il Messico conta 298 centri penitenziari, tra i più violenti di tutto il mondo. Cereso, il carcere di Merida è gestito dal Professor Francesco Javier Brito Herrera insieme ad Antonio Ramón Gonzáles Zetina e Alejandro Manuel Gonzáles Castillo. Il carcere ospita circa 1200 detenuti di cui 1180 uomini e 20 donne, accusati di omicidi, abusi sessuali, violenza e “delitto contro la salute” (ovvero traffico di droga). Prima che subentrassero i tre gestori, il carcere versava in condizioni problematiche, con risse e aggressioni quotidiane tra i detenuti. Attraverso il dialogo e operazioni di sensibilizzazione il direttore e i suoi collaboratori sono invece riusciti a promuovere una convivenza pacifica tra i detenuti, attraverso attività come lo sport e la scuola. Il carcere è da anni un riferimento importante nello stato dello Yucatan. La gestione è svolta in conformità con le modalità stabilite dalla legge di esecuzione del Messico, ovvero: salute, istruzione, formazione al lavoro, sport, nel pieno rispetto dei diritti umani. I detenuti ricevono assistenza medica e psicologica, affinché riescano a gestire eventuali atteggiamenti violenti. Hanno la possibilità di incontrare le loro famiglie due volte a settimana. La gran parte dei detenuti è impegnata in attività di sartoria, cucina e giardinaggio. Frequentano corsi di inglese, elettronica e marketing, oltre a quelli di scuola primaria e secondaria, e si tengono regolarmente tornei sportivi. Grazie a tutto questo, seppur con i suoi problemi, il carcere di Merida ad oggi è uno degli esempi più emblematici di reinserimento sociale, oltre ad essere il carcere meno violento di tutto il Messico. Nel 2022 si stima che un buon 60% dei detenuti, una volta scontata la pena, non vi farà più rientro.
ALDO FEROCE
IL PALAZZO DEI DESTINI INCROCIATI
Il nuovo Corviale chiamato anche “Serpentone” è un palazzo lungo circa 1 km che sorge in periferia ovest di Roma, nato alla fine degli anni ‘70 per fronteggiare la crisi abitativa. Sin dalla sua nascita questo luogo è stato sinonimo di degrado e delinquenza soprattutto per un malessere gestionale, tanto da farlo diventare uno dei quartieri simbolo di Roma.La storia vede uomini e donne catapultati in un luogo privo di infrastrutture, con addosso ancora le ferite causate dallo strappo dello sfratto di massa, costrette a convivere per forza o per ragione. Persone che hanno dovuto riorganizzare la loro vita attraverso mille difficoltà, cercando di reinventarsela, di colorarla, di viverla con nuove regole e soprattutto con il fai da te. Mentre da anni si parla di riqualificare il Corviale, facendo progetti sulla materia, l’intento dell’autore è stato quello di dare voce e far conoscere il lato umano dei più deboli o meglio gli “invisibili” di cui spesso ci si dimentica, o si parla in modo stereotipato.
MATTEO BERGAMI
PAMELA, GENTE CHE LOTTA DENTRO E FUORI DAL RING
Pamela Malvina Noutcho Sawa è nata a Bafia in Camerun nel 1992 e vive in Italia dal 2000, lavorava come infermiera all'ospedale Maggiore di Bologna e quest'anno con la Bolognina Boxe ha vinto il titolo nella categoria 64 Kg nel 2020. La pugile non può combattere in Nazionale perché non ha ancora la cittadinanza italiana. “Per molti la cittadinanza è il lasciapassare che permette di fare il passo in più, gareggiare a livello internazionale. Lo sport per sua natura ti spinge a sfidare i tuoi limiti per riuscire a migliorarti sempre di più. Non poter combattere ad eventi come gli Europei, i Mondiali o le Olimpiadi è frustrante anche dal punto di vista personale perché non hai potere d’azione, dipendi da tempistiche giuridiche. La cittadinanza non è una questione di merito, ma di diritto. Occorrerebbe un movimento di sensibilizzazione di massa, non solo nello sport ma anche per le persone che incontri ogni giorno, nel quotidiano, a quelli che dicono non esistono neri italiani.” Nel 2022 Pamela esordirà come professionista.
FIORELLA BALDISSERRI e ISABELLA FRANCESCHINI
CRACKING THE MONOLITH
Basta una consonante per scoprire una rivoluzione e una speranza. Da Bar Mitzvah (rito maschile) a Bat Mitzvah (femminile) c’è solo una r che diventa una t, ma a Bologna nel 2021 accade qualcosa di molto più potente: l’accesso all’età adulta di una ragazzina di famiglia ebraica appartenente al movimento riformista che da quattro secoli persegue un cambiamento possibile. Inclusione e salvaguardia della tradizione. Una contrapposizione delicata verso la granitica pratica integralista che considera la donna che parla e legge a voce alta irrispettosa nei confronti di Dio. Voce come centro di riscatto, integrazione, parità. Una mamma ebrea sefardita progressista vuole per i suoi figli l’uguaglianza di fronte a Dio e agli uomini. Il Bat Mitzvah riformato diventa futuro e speranza per Noa, che porta in braccio i sacri rotoli mentre la Rabbina officia l’antico rito religioso, simbolico e legale del diventare adulti. Le congregazioni riformate, sono 1200 in 40 paesi, e contano 1.500.000 ebrei, testimoni di un adattamento che supera qualsiasi stereotipo.
La rivista online Witness Journal dedicherà un numero speciale ai lavori selezionati.
Il programma prevede inoltre:
• lettura portofolio a cura delle Associazioni organizzatrici, sabato 24 settembre dalle 9:00 alle 13:00.
Per informazioni e iscrizioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
• workshop a cura di Dario De Dominicis che si terrà sabato mattina presso QR Photogallery e sabato pomeriggio e domenica presso Porta Pratello: tutte le info al link: https://witnessjournal.com/corso/workshop-di-fotografia-documentaria-con-dario-de-dominicis/