Venerdì 23 settembre “Closer, dentro il reportage” ritorna con la sesta edizione
TerzoTropico-APS, Witness Journal, Tempo e Diaframma APS e QR Photogallery, in collaborazione con Arci Bologna con Azienda AUSL di Bologna, con il patrocinio del Comune di Bologna, presentano la sesta edizione di “CLOSER - Dentro il reportage”.
La mostra inaugura il 23 settembre alle 18:30 e come sempre sarà un evento dedicato alla fotografia sociale e documentaria, per promuovere nuovi e promettenti autori italiani e stranieri.
I lavori dei vincitori posano lo sguardo su temi sensibili, attuali e a volte duri, in Italia e all’estero. Si esplorano le difficoltà sociali e abitative di un quartiere degradato di Roma e la vita di una mamma ebrea sefardita progressista che vuole per i suoi figli l’uguaglianza di fronte a Dio e agli uomini. Poi ci sono persone che lottano dentro e fuori dal ring come Pamela, un pugile che non può combattere in Nazionale perché non ha ancora la cittadinanza italiana. E poi gli sguardi dei fotografi si spostano sul carcere di Merida, ad oggi uno degli esempi più emblematici di reinserimento sociale, oltre ad essere il carcere meno violento di tutto il Messico e nel deserto di Putin, l'angolo più arido della Russia e del continente europeo che si trova a mille chilometri da Mosca la cui desertificazione, è stata causata dall'allevamento intensivo imposto dal governo.
L’appuntamento è sempre presso QR Photogallery in via Sant’Isaia 90 a Bologna.
I LAVORI VINCITORI
PIETRO ROMEO
IL DESERTO DI PUTIN, SABBIA E AUTOCRAZIA IN RUSSIA
Un paesaggio lunare battuto dai venti, chilometri di steppa e sabbia a perdita d'occhio, villaggi isolati e stazioni di servizio abbandonate. L'angolo più arido della Russia e del continente europeo si trova a mille chilometri da Mosca. La Repubblica Autonoma di Calmucchia è una terra affacciata sul Mar Caspio che mostra ancora le tracce della storia sovietica. La principale è la desertificazione, causata dall'allevamento intensivo imposto dal governo dopo la morte di Stalin. Già alla fine degli anni Novanta, 770.000 ettari del territorio erano costituiti da sabbie sterili, mentre l'80% del suolo mostrava evidenti segni di desertificazione. Oggi il global warming ha messo il popolo calmucco definitivamente in ginocchio. La situazione sembra irreversibile e la politica interna del Cremlino sulla regione non lascia intravedere alcun futuro migliore. L'entourage di Putin ha infatti recentemente introdotto nel governo locale due figure istituzionali quantomeno bizzarre: Batu Khasikov e Dmitrij Trapeznikov. Il primo, un ex kickboxer senza alcuna esperienza politica ma filo-putiniano di ferro, viene eletto Presidente nel 2019. Il secondo, un separatista ucraino molto attivo nella regione del Donbass, diventa sindaco della capitale Ėlista nel 2019 e successivamente Vicepremier, nel 2022. A seguito di quest'ultima nomina, il Presidente Khasikov ha speso l'ennesimo endorsment verso la nuova spalla, affermando che il suo vice prenderà in carico proprio la questione ambientale, supervisionando l'implementazione di risorse per attuare piani di sviluppo agricolo e di contrasto al degrado geologico. Lungi dal risolvere seriamente i problemi della Repubblica Autonoma, i due luogotenenti di Putin vengono timidamente additati dalle opposizioni come semplici pedine sulla sua scacchiera di potere. Tutto ciò esemplificherebbe gli sforzi del Cremlino per aumentare il controllo delle autorità statali sulle singole regioni della federazione e metterebbe a nudo il protocollo autocratico applicato alle periferie d'Impero.
DANIELE STEFANIZZI
CERESO CENTRO DE READAPTACION SOCIAL
Il Messico conta 298 centri penitenziari, tra i più violenti di tutto il mondo. Cereso, il carcere di Merida è gestito dal Professor Francesco Javier Brito Herrera insieme ad Antonio Ramón Gonzáles Zetina e Alejandro Manuel Gonzáles Castillo. Il carcere ospita circa 1200 detenuti di cui 1180 uomini e 20 donne, accusati di omicidi, abusi sessuali, violenza e “delitto contro la salute” (ovvero traffico di droga). Prima che subentrassero i tre gestori, il carcere versava in condizioni problematiche, con risse e aggressioni quotidiane tra i detenuti. Attraverso il dialogo e operazioni di sensibilizzazione il direttore e i suoi collaboratori sono invece riusciti a promuovere una convivenza pacifica tra i detenuti, attraverso attività come lo sport e la scuola. Il carcere è da anni un riferimento importante nello stato dello Yucatan. La gestione è svolta in conformità con le modalità stabilite dalla legge di esecuzione del Messico, ovvero: salute, istruzione, formazione al lavoro, sport, nel pieno rispetto dei diritti umani. I detenuti ricevono assistenza medica e psicologica, affinché riescano a gestire eventuali atteggiamenti violenti. Hanno la possibilità di incontrare le loro famiglie due volte a settimana. La gran parte dei detenuti è impegnata in attività di sartoria, cucina e giardinaggio. Frequentano corsi di inglese, elettronica e marketing, oltre a quelli di scuola primaria e secondaria, e si tengono regolarmente tornei sportivi. Grazie a tutto questo, seppur con i suoi problemi, il carcere di Merida ad oggi è uno degli esempi più emblematici di reinserimento sociale, oltre ad essere il carcere meno violento di tutto il Messico. Nel 2022 si stima che un buon 60% dei detenuti, una volta scontata la pena, non vi farà più rientro.
ALDO FEROCE
IL PALAZZO DEI DESTINI INCROCIATI
Il nuovo Corviale chiamato anche “Serpentone” è un palazzo lungo circa 1 km che sorge in periferia ovest di Roma, nato alla fine degli anni ‘70 per fronteggiare la crisi abitativa. Sin dalla sua nascita questo luogo è stato sinonimo di degrado e delinquenza soprattutto per un malessere gestionale, tanto da farlo diventare uno dei quartieri simbolo di Roma.La storia vede uomini e donne catapultati in un luogo privo di infrastrutture, con addosso ancora le ferite causate dallo strappo dello sfratto di massa, costrette a convivere per forza o per ragione. Persone che hanno dovuto riorganizzare la loro vita attraverso mille difficoltà, cercando di reinventarsela, di colorarla, di viverla con nuove regole e soprattutto con il fai da te. Mentre da anni si parla di riqualificare il Corviale, facendo progetti sulla materia, l’intento dell’autore è stato quello di dare voce e far conoscere il lato umano dei più deboli o meglio gli “invisibili” di cui spesso ci si dimentica, o si parla in modo stereotipato.
MATTEO BERGAMI
PAMELA, GENTE CHE LOTTA DENTRO E FUORI DAL RING
Pamela Malvina Noutcho Sawa è nata a Bafia in Camerun nel 1992 e vive in Italia dal 2000, lavorava come infermiera all'ospedale Maggiore di Bologna e quest'anno con la Bolognina Boxe ha vinto il titolo nella categoria 64 Kg nel 2020. La pugile non può combattere in Nazionale perché non ha ancora la cittadinanza italiana. “Per molti la cittadinanza è il lasciapassare che permette di fare il passo in più, gareggiare a livello internazionale. Lo sport per sua natura ti spinge a sfidare i tuoi limiti per riuscire a migliorarti sempre di più. Non poter combattere ad eventi come gli Europei, i Mondiali o le Olimpiadi è frustrante anche dal punto di vista personale perché non hai potere d’azione, dipendi da tempistiche giuridiche. La cittadinanza non è una questione di merito, ma di diritto. Occorrerebbe un movimento di sensibilizzazione di massa, non solo nello sport ma anche per le persone che incontri ogni giorno, nel quotidiano, a quelli che dicono non esistono neri italiani.” Nel 2022 Pamela esordirà come professionista.
FIORELLA BALDISSERRI e ISABELLA FRANCESCHINI
CRACKING THE MONOLITH
Basta una consonante per scoprire una rivoluzione e una speranza. Da Bar Mitzvah (rito maschile) a Bat Mitzvah (femminile) c’è solo una r che diventa una t, ma a Bologna nel 2021 accade qualcosa di molto più potente: l’accesso all’età adulta di una ragazzina di famiglia ebraica appartenente al movimento riformista che da quattro secoli persegue un cambiamento possibile. Inclusione e salvaguardia della tradizione. Una contrapposizione delicata verso la granitica pratica integralista che considera la donna che parla e legge a voce alta irrispettosa nei confronti di Dio. Voce come centro di riscatto, integrazione, parità. Una mamma ebrea sefardita progressista vuole per i suoi figli l’uguaglianza di fronte a Dio e agli uomini. Il Bat Mitzvah riformato diventa futuro e speranza per Noa, che porta in braccio i sacri rotoli mentre la Rabbina officia l’antico rito religioso, simbolico e legale del diventare adulti. Le congregazioni riformate, sono 1200 in 40 paesi, e contano 1.500.000 ebrei, testimoni di un adattamento che supera qualsiasi stereotipo.
La rivista online Witness Journal dedicherà un numero speciale ai lavori selezionati.
Il programma prevede inoltre:
• lettura portofolio a cura delle Associazioni organizzatrici, sabato 24 settembre dalle 9:00 alle 13:00.
Per informazioni e iscrizioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
• workshop a cura di Dario De Dominicis che si terrà sabato mattina presso QR Photogallery e sabato pomeriggio e domenica presso Porta Pratello: tutte le info al link: https://witnessjournal.com/corso/workshop-di-fotografia-documentaria-con-dario-de-dominicis/